Nell’eccesso di informazioni (che anch’io contribuisco a creare) si crea un rigetto con disinformazione e sfuggono le semplici regole dello star bene. Un esempio eclatante che sta colpendo soprattutto i paesi occidentali è quello della SM, la Sindrome metabolica, una sigla usata per definire uno stile di vita condizionato da ritmi anomali e fisiologicamente pericolosi. Ha un’incidenza di circa il 40% sulla popolazione occidentale adulta e sta cominciando a interessare anche i più giovani. La sua conseguenza drammatica è quella sindrome che nei paesi industrializzati è la seconda causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari, il Diabete.
Perciò oggi mi unisco al coro dell’informazione medica non per allarmare ma per porre un freno cercando di chiarire il quadro e soprattutto di offrire soluzioni.
Quando si pensa alla SM ? Quando il paziente ha difficoltà a dimagrire seppure con una dieta ristretta, quando soffre di ritenzione idrica, sommata ad apparizioni di dolore localizzato o generalizzato.
Tutto ciò è causato dall’aumento di secrezione insulinica nel sangue (dato non rilevato dai normali dati di laboratorio), che genera un processo di infiammazione silenziosa che a sua volta provoca alterazioni del sistema Pnei, quindi psicologiche, nervose, ormonali e immunitarie.
Così il paziente si ritrova stanco, ansioso, nervoso, insonne, gonfio, affetto da gastrite, colite, mal di testa e con un bisogno sfrenato di consumare dolci e carboidrati.
Uno dei segni più evidenti è il grasso addominale, anche in soggetti non obesi, solo con leggero sovrappeso.
Uno dei fattori determinanti è lo Stress, sia fisico che psichico, aggravato da cattive abitudini alimentari e sedentarietà.
La Sindrome Metabolica va trattata perché altrimenti la sua evoluzione naturale è il Diabete di tipo Mellito, un tempo sindrome dell’età senile, oggi sempre più frequentemente dall’insorgenza precoce in età adulta (anche dai 40 anni), con le sue complicanze cardiovascolari (frequente l’ipertensione secondaria), metaboliche (dislipidemie- l’aumento del Colesterolo e dei Trigliceridi), immunologiche, ormonali, che portano ad un deterioramento del corpo (non dimentichiamo il fegato grasso, l’arteriosclerosi, la gotta, le retinopatie).
Le donne sono quelle che ne patiscono di più quando comincia la fase che annuncia la Menopausa, cominciano ad ingrassare o non riescono più a dimagrire. Il quadro ginecologico registra alterazioni ormonali anche in giovane età. L’ovaio policistico e un’accresciuta ipersensibilità al ciclo e alla fase premenopausale, con aumento di peluria, acne, irregolarità mestruali, sovrappeso, difficoltà a dimagrire, depressione, ansia e riduzione della libido.
Come intervenire ? Con il consiglio dello specialista, certo, ma soprattutto con molta Buona Volontà. Il trattamento sul piano nutrizionale prevede un intervento sul processo di infiammazione cronica dato da stress e iperinsulinemia, così si mangia con regolarità ogni tre ore, si segue l’orologio metabolico che prevede carboidrati entro le 15 e proteine nella seconda parte della giornata, e soprattutto si dà la preferenza a nutrienti antiossidanti presenti ad ogni pasto (verdura,ortaggi,leguminose e semi principalmente). La frutta si mangerà da sola a metà mattina, tra la colazione e il pranzo, in modo da fare la giusta scorta di vitamine quotidiane, e soprattutto si comincerà a fare movimento regolare quotidiano che porti il corpo a liberare tossine e a equilibrare la presenza di massa muscolare, troppo spesso mortificata in un corpo sedentario. Fatto questo non ci saranno più scuse, e per le donne anche il tabù dell’impossibilità di dimagrire in menopausa sarà sfatato, ma occorre diventare artisti dell’ascolto, ed educarsi al Ritmo perché il corpo ama l’Ordine e il Ritmo. E allora sì che canta e si fa bello.