I giornali di oggi annunciano il raggiungimento del picco dei contagi. E mentre assistiamo con sgomento al bollettino di guerra riassuntivo che ha provocato tante vittime tra persone deboli e sovraesposte, dovremmo comunque pensare a un futuro migliore in tutti i sensi, che si realizzi per rendere onore a questo Sacrificio umano.
In questi giorni sento tanti parlare di cosa accadrà dopo che la Quarantena sarà finita e potremo tornare a uscire da casa.
Con Aprile ci si augura, dunque, una curva discendente fisiologica di contagi e casi, e una forte riflessione su come riprendere.
Si avverte il disorientamento tra coloro che hanno compreso che non si potrà ritornare come prima. Questa condizione di stasi ha creato una discontinuità che ha prodotto effetti diversi. Chi si è confrontato col senso della sua vita, il suo precariato nella sopravvivenza, dovrà essere aiutato a non tornare come prima, a riconoscere i suoi talenti e a poterli mettere al servizio in un lavoro utile a sè e agli altri. La Buona Volontà in queste settimane è stata attivata, cogliamo questo vantaggio e lasciamola accesa, proviamo ad evocarla dentro di noi e attorno a noi e sarà di grandissimo aiuto.
Chi non ha avuto problemi di reddito, perchè ha potuto utilizzare altre risorse e magari pensava di utilizzare il tempo per sistemare casa o riposarsi può essere rimasto deluso: troppi stimoli, giornate troppo corte per contenere abbondanza di proposte di video, letture, audiolibri, e le interminabili code ai supermercati o davanti alle farmacie. Anche la preparazione dei pasti ha trovato impreparati coloro che con la scusa dell’orario continuato al lavoro o della mamma che prepara, si erano disabituati alla routine della cucina.
Insomma le giornate sono volate via per molti tra whatsapp, social vari, bad or good news o fakenews, e poi Zoom. Mai visti tanti appuntamenti via Zoom, persino feste di compleanno che hanno donato la magia dell’affettuosa partecipazione, in sicurezza, al festeggiato con torte rigorosamente homemade per i più fortunati.
E ora ? Ora che si intravede uno spiraglio desiderato, fatto di almeno una passeggiata al sole, anche se a debita distanza umana ? Ora che, finita la “magica sospensione”, ci ritroveremo in tanti con una realtà fatta per molti della necessità di far ripartire il lavoro – per altri mai sospeso, anzi intensificato con un super upgrade telematico –ora, come ci muoveremo? Non entro nel merito socio-economico della situazione, ma nonostante saluti con simpatia la possibilità di tornare ad un quotidiano diverso ma sostenibile entro l’estate, penso che sarà necessario tenere alta la guardia su due fronti: da una parte il Coronavirus, dall’altra la sanificazione di quello che in queste settimane è emerso e che non possiamo più ignorare.
Perciò prepariamoci. Sul fronte del Coronavirus, occorrerà restare vigili: l’attenzione alle norme igieniche non dovrà calare.
Impareremo – specie noi mediterranei – a mantenere le distanze, a lavarci più spesso le mani, a non metterci le dita in bocca o nel naso, o a strofinare gli occhi o mangiucchiare le unghie. Eviteremo di sbadigliare, starnutire o tossire in faccia alla gente o nello spazio senza protezione e, come gli asiatici, acquisiremo probabilmente la sana abitudine della mascherina che serve, solo quando siamo raffreddati o influenzati, a evitare che le goccioline di Flugge, nelle quali viaggiano i virus, si diffondano nello spazio.
E fin qui, se nel frattempo mangeremo meglio e faremo più attenzione al nostro stile di vita, avremo maggiori possibilità di mantenere alta la guardia immunitaria. Ma non basta.
Al contempo dovremo custodire questo vantaggio ambientale acquisito nella quarantena. E c’è una strategia importante alla quale tutti possiamo dare il nostro contributo: la vigilanza sugli sprechi, che dovrà estendersi dal piano privato alla Cosa pubblica. Sì, perché nessuno desidera tornare indietro dopo questa esperienza. Penso soprattutto alla Sanità e alla rivoluzione necessaria che il Coronavirus ci ha costretti a desiderare. Abbiamo bisogno di una Sanità per tutti , quindi pubblica, che serva nel momento del bisogno, ma abbiamo anche bisogno di non farle sprecare più risorse in farmaci e interventi che potrebbero essere ridotti sensibilmente educando i cittadini ad uno stile di vita che prevenga a monte una condizione di indebolimento organico.
Abbiamo bisogno di invecchiare bene non di allungare la vita con le stampelle per mantenere vive anche cattive abitudini, che inquinano noi e l’ambiente.
Io ho fatto un patto con me stessa e ho deciso di razionalizzare al meglio i miei consumi, più di quanto non facessi prima, ancora più nel rispetto delle risorse di tutti. La Parsimonia è una qualità che gli Insegnamenti di Saggezza antica suggeriscono di coltivare in un percorso di crescita personale: la Parsimonia come saggia gestione delle risorse, come capacità di collocare ogni cosa al posto giusto, agendo per priorità etiche. Auguro a tutti che questa esperienza ci faccia scoprire la Forza della Parsimonia. Solo così riusciremo anche ad essere più Generosi e ci sarà Spazio e Abbondanza per tutti.