Quando il cibo condiziona il nostro Umore

Qualche anno fa, quando ancora non mi occupavo di Alimentazione lessi un libretto suggeritomi da Carmelo Barbagallo (amico e collega il cui ricordo è sempre presente con Gratitudine) che si intitolava “Cibo per la Mente”, una nuova visione dei rapporti tra cibo e comportamento che due psicologi, i coniugi Miller, avevano messo a punto negli anni 80 agli esordi della PNEI(la PsicoNeuroEndocrinoImmunologia), della scoperta di neuropeptidi e neurotrasmettitori.
Erano gli anni in cui si facevano le prime indagini di massa sulla relazione tra alimentazione carnivora e aggressività, e questa coppia di psicologi americani sostenne la tesi che divide gli alimenti in espansivi (a base di zuccheri e derivati) e contrattivi (a base di proteine animali). Sia gli uni che gli altri generano scompensi in difetto o in eccesso nella produzione di neurotrasmettitori, causando a lungo andare nel caso degli espansivi tendenza alla fiacchezza, nel caso dei contrattivi ansia e aggressività.

Cibo e umore
Cibo e umore
La soluzione sta nei cibi cosiddetti “centrali”, soprattutto cereali integrali e semi, che non devono mancare mai dalla dieta personale perché forniscono il giusto equilibrio alla produzione delle sostanze che ci aiutano a mantenerci più stabili anche sul piano umorale. Da allora devo dire che ho fatto uso di queste indicazioni anche in relazione agli stati d’umore che i pazienti presentano e ho notato netti miglioramenti. Questa nota serve a far riflettere su quanto la nostra biochimica influenzi il nostro umore abitualmente: dalla barretta di cioccolato, le cui virtù antidepressive conosciamo bene, al caffè che ci sveglia, alla pasta che ci dà sonnolenza, alla carne che ci dà grinta: ogni combinazione chimica attiva la risposta umorale e comportamentale.
Se allora il nostro umore è condizionato da ciò che mangiamo, cosa accade quando siamo a dieta, magari seguendo una di quelle suggerite dai massa media ipocaloriche ma soprattutto iperproteiche ? Perché dopo la spinta iniziale diete iperproteiche ci lasciano a terra, ci fanno passare la “voglia “ ? ovvero non riusciamo più ad essere pienamente padroni della nostra volontà di proseguire ? Questo accade perché il corpo ha bisogno di tutti i nutrienti nella giusta misura. Vi sarete accorti che specie agli inizi di una dieta si è di malumore, è perché le diete ipocaloriche, spesso studiate per essere bruciagrassi iperproteiche, si basano su alimenti “contrattivi” e quindi generano uno stato d’ansia perenne che finisce per esaurirci. Sarà capitato a tutti di fare diete di questo tipo o di stare accanto a persone che le facevano e notare un’alterazione dell’umore, un sottile nervosismo di fondo che poi si accompagna anche ad un isolamento, aggravato dal fatto che non si può condividere con gli altri un regime alimentare così stretto, tanto che la persona perde il buon umore e anche la convivialità, trincerandosi dietro un “sono a dieta, mangio a casa mia”. Direte “Bè per un breve periodo si può anche fare”. Il problema è che, a volte, basta proprio un breve periodo per innescare uno squilibrio ormonale, che magari potrà portare ad un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare.
In media stat virtus, quindi non escludiamo “i cibi centrali” dalla nostra alimentazione: ci servono e ci “centrano”.

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