Un bambino non si mette a dieta, si educa.

 

 

 

 

Sapevate che quando vostro figlio rifiuta un nuovo cibo sta fisiologicamente rispondendo ad un riflesso che da millenni ci protegge dall’avvelenamento ?
Si chiama Neofobia ed è la paura delle cose nuove che sul campo alimentare si traduce in quella faccina disgustata o nelle labbra serrate che spesso i nostri figli oppongono ad una nuova proposta. La Natura ci ha provvisto di questo istinto che ci rende guardinghi perchè dal primo anno di vita in poi, capaci di camminare,  uscendo dalla caverna da soli in tempi preistorici,  potevamo andare in giro a raccogliere bacche che una volta assaggiate ci avrebbero stecchiti. Ma oggi si sa che i bambini vanno “esposti” alle novità gradualmente, con pazienza, con tentativi che si ripetano per almeno venti volte (si parla di venti “esposizioni” al cibo, quindi senza scoraggiarsi ai primi tentativi). L'”esposizione” va sempre fatta con un carico di amore e di pazienza nel momento giusto, ovvero quando la famiglia ha il tempo di dedicarsi a questo nuovo ingresso nella dieta , e ciascun membro della famiglia si fa vedere concorde nell’assumere il cibo in questione e, soprattutto, contento. Non pensate che genitori che non mangiano pesce possano convincere i loro figli a mangiarlo perchè fa bene. La coerenza dell’esempio educa. E quindi veniamo all’oggetto di questa riflessione: levatevi dalla testa di mettere un bambino a dieta, anche se sovrappeso, entro la preadolescenza, per intenderci fino ai 12 anni. E’ il modo migliore per accendere la miccia di un DCA, un disturbo del comportamento alimentare. A meno che non si tratti di una grave tematica patologica, e questo solo il pediatra potrà dirvi, il bambino sovrappeso va educato ….con l’esempio.
I nuovi educatori alimentari aiutano i genitori a revisionare le abitudini e lo stile di vita familiare. Un bambino sovrappeso è il sintomo di un “disordine” familiare che ha provocato scorrette abitudini, anche alimentari. Queste hanno alterato l’istinto di autoregolazione verso il cibo che ciascun individuo possiede sin dalla nascita.
Oggi esistono molti giochi che facilitano la relazione del bambino con il cibo. E se c’è voracità osservate cosa  manca veramente a vostro figlio,  forse la compagnia umana, che non potrà mai essere sostituita da videogiochi e televisione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *