
The true Cost, il vero costo, film inglese del 2015 e diffuso tra i docufilm di Netflix, mette in evidenza la distorsione creata sul mercato da uno dei tiranni dell’economia, l’industria tessile e dall’avidità che quasi senza rendercene conto ha finito per essere considerata dall’opinione pubblica una condizione di normalità nel business mondiale.
Tutto questo è incredibilmente coinvolgente perchè per avidità è nata la fast fashion, le grandi imprese che ti fanno comprare a poco capi alla moda, per venderli a prezzi molto economici devono aver tirato su qualcosa, ad esempio il costo del lavoro, o la qualità dei materiali. Entrambi questi fattori fanno male: il primo alla coscienza, perchè se quello che indossiamo è frutto di un lavoro non riconosciuto, mal restribuito, che comporta lacrime e sacrifici perchè le persone in questione non hanno alternativa, allora anche no grazie.
E poi quello cui non pensiamo, ma che per un orientale sarebbe chiarissimo è l’effetto karma: questi vestiti fanno spesso male perchè sono fatti di sostanze trattate in vario modo, dai pesticidi con cui il cotone è stato innaffiato ai coloranti , ai mix di sostanze chimiche con le quali si costruisce un tessuto che perfino puzza quando lo indossiamo.
Vi è mai capitato di entrare qualche volta in uno di questi negozi di fast fashion dove gli abiti sono tutti ammassati e, con la logica del ricambio continuo, sono sempre nuovi appena usciti dagli scatoloni e dalle buste ? Bene. Avete notato l’odore che aleggia nell’ambiente ? A volte sa di gomma e policarburi. E quando i negozi non godono di grandi spazi costringono i commessi/e a respirare per turni di 8 ore al dì un’aria al cui olezzo si assuefanno.
Non ci sono ancora studi che propongono evidenze su questo tipo di esposizioni, ma sappiamo che molte sostanze sono interferenti endocrini e possono aprire la porta a distorsioni metaboliche che favoriscono malattie degenerative di vario tipo.
E infine quello che in ottica di prevenzione primaria ci sta molto a cuore: la qualità della traspirazione.
La pelle è il terzo polmone: chi otturerebbe mai i pori ( a meno che non sia Goldfinger, ma sappiamo com’è andata a finire) impedendo alla superficie di respirare ? Se siete donne vi è mai capitato d’inverno di indossare collant o leggins di grande distribuzione , specie di colore scuro, e dopo dieci minuti aver cominciato a sentire molto caldo alle gambe e prurito ? Praticamente è la norma. Quando questo accade il corpo manda segnali, significa che è in atto una reazione avversa, una ipersensibilità chepotrebbe sfociare in una forma allergica, avete raggiunto un valore soglia che non riuscite più a compensare.
Allora occorre ricorrere alle vecchie bellissime maglie di cotone o lana di una volta, dell’era pre consumismo, quando ancora era possibile acquistare maglioni di una lana buona che non irritava perchè ancora l’industria chimica da una parte e l’avidità dall’altra non avevano forzato il sistema, dandoci l’illusione di poter spendere e spandere riempiendo l’armadio di prodotti tossici e di scarsa qualità. Ho esagerato ? Purtroppo no. “The true cost” con molta delicatezza e realismo raccontai fatti, fatti che andrebbero conosciuti dai più, fashion blogger in testa, la cui influenza a questo punto rischia di essere persino dannosa per la salute dei più giovani.