Think it global, make it local.

Localizzazione, Localizzazione, Localizzazione.

Quale parte di questa parola non ci è chiara ? Perché continuiamo ad alimentare le catene della grande distribuzione che accentrano la ricchezza nella mani di pochi potenti a scapito delle piccole realtà che, invece, permetterebbero  una ridistribuzione più equa delle risorse ?

Sapevate che acquistare presso una grande catena di distribuzione, sia essa alimentare o di merci varie, lascia nelle tasche dei lavoratori locali solo il 16% del ricavato, rispetto al 43% della piccola impresa ? Ogni volta che arriva un colosso ad aprire un negozio sul territorio siamo contenti perché pensiamo ai posti di lavoro di cui si potrà beneficiare, dimenticando che quella stessa apertura distrugge molti più posti di lavoro delle piccole imprese locali dello stesso settore, che non possono reggere il confronto e sono costrette a chiudere. Quindici anni fa in un delizioso film americano “C’è posta per te” con Tom Hanks e Meg Ryan, un grosso imprenditore del libro e la titolare di una piccola libreria si fronteggiavano, descrivendo con la raffinatezza della commedia un’esordiente  drammatica tendenza dell’economia globale.

Unknown

Queste dinamiche sono  descritte molto bene nel documentario “L’Economia della Felicità” che trovate su You Tube e che andrebbe fatto vedere nelle scuole così come nelle Università, ma anche ai nostri amministratori perché attivino strategie sostenibili per rivalorizzare la localizzazione. Sul piano alimentare abbiamo parlato in passato dei vantaggi del Chilometro Zero per quella che potremmo definire l’Economia di Vita, che include la nostra Salute e che, come i Saggi ci insegnano, nessun profitto monetario può sostituire. Localizzate, gente, Localizzate.

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