Vorrei avesse la leggerezza di una riflessione estiva, di quelle che fai sotto l’ombrellone in riva al mare d’agosto o seduto a prendere il fresco sotto le frasche di fronte a un panorama mozzafiato, ma quello che scrivo oggi è frutto di un pensiero arrivato camminando su una strada di cemento cittadina, mentre una motoretta scarburata lasciava una scia bianca e puzzolente. In quel momento , costretta a respirare l’aria mefitica, mi sono chiesta quanto tempo ancora dovremo accogliere l’ignoranza di chi non è consapevole che le sue “molliche” finiscono nel piatto di qualcun altro e che ogni nostra azione o scelta ha una ricaduta sui nostri simili di ogni razza o nazionalità.
Per non precipitare nello sgomento e nell’impotenza, mi è venuto un altro pensiero: e se invece concentrassimo le nostre campagne di informazione e diffusione della Salute sui vantaggi che possono derivare da uno stile di vita capace di contagiare in forma virale tutto il nostro ambiente ?
Vi siete mai soffermati sull’importanza che la vostra Salute può avere sulla Società ?
Quanto costerebbe in meno di tasse una popolazione sana ? Quanto si ridurrebbe l’inquinamento di acque e suolo se si consumassero meno farmaci per patologie che un’ alimentazione più sana e leggera ed un po’ di movimento in più potrebbero tenere a bada più efficacemente ?
E’ noto a tutti l’effetto imbalsamazione che i conservanti chimici alimentari e i farmaci stanno producendo da trent’anni a questa parte sui cadaveri. Ancora queste povere ossa non vengono inumate e forse non arrivano ad inquinare, ma viene da pensare che anche da morti i nostri corpi rispecchieranno come abbiamo vissuto e potranno diventare elemento di salute o di malattia anche per altri.
Un mio caro amico diceva sempre che è possibile restituire alla terra un corpo migliore di quello che abbiamo ricevuto, pare invece che la nostra cultura occidentale si concentri sulla possibilità di allungare la durata della vita a scapito della sua qualità accanendosi su corpi destinati a degradarsi e a inquinarsi inesorabilmente. Questo si collega al vivere il corpo come uno strumento che poi qualcuno riparerà, quando invece saremmo più felici e più in salute se ce ne occupassimo come un dono che ci è stato fatto e che abbiamo in custodia temporaneamente.
Propongo questa visione solo come riflessione estiva e , per chi volesse osare, sperimentazione.
Se la accettate, osservate come cambia il vostro modo di relazionarvi al corpo e prendete nota. Forse dopo un primo momento di disorientamento scoprirete di poter vivere molto più liberi e in salute di prima.
Buone vacanze.