Perchè credo nella Naturopatia

Collaborando all’organizzazione della sede distaccata di Catania della Scuola  di Naturopatia “Naturovaloris” nella quale insegno  Nutrizione, ho avuto modo di riflettere su alcuni temi che dentro di me si sono radicati negli anni in relazione a quella che considero oggi una svolta culturale necessaria all’evoluzione del Pianeta. La questione  più delicata in un corso di Naturopatia è formare la coscienza degli operatori. Non tanto imbottirli di nozioni e conoscenze, quanto far riemergere quella nota di collegamento alla Natura che la nostra civiltà sembra aver perso, soprattutto in relazione alla Salute, perché da operatori possano aiutare un giorno le persone a vivere in equilibrio ascoltando sé stessi, i loro bisogni e imparando a soddisfarli.

San Pantaleone  - Nicholas Roerich painting

 

Da medico mi sono sempre appassionata agli insegnamenti dei Grandi della Medicina occidentale, da Ippocrate a Paracelso, ai più recenti Schweitzer, Moscati, Bach. Li considero Grandi perché, oltre ad aver lasciato un segno tangibile nell’ “Arte medica”, hanno espresso il talento di grandi Coscienze,  che hanno tracciato le basi della Naturopatia. Riconnettere l’individuo ai ritmi del Pianeta cui appartiene, ai regni di Natura di cui è anch’egli parte, ridargli la responsabilità della propria Salute, ricordare che la vera Prevenzione passa per la visione naturopatica, fatta di ascolto, equilibrio e disciplina interiore ed esteriore, di gesti semplici del rispetto del proprio corpo, ai quali ridare dignità.

Schweitzer curava con l’Arte, Moscati con il Sole, Bach con i fiori. Mi piacerebbe che l’esperienza e gli scritti di questi tre grandi medici diventassero oggetto di studio nelle facoltà di Medicina: un contributo fattivo alla coscienza dei futuri operatori sanitari.

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