Studiando le basi scientifiche della Meditazione immagino in un prossimo futuro la possibilità di introdurre nelle istituzioni delle modalità meditative che permettano ai dipendenti che sono impegnati in relazioni interpersonali di non sviluppare patologie da stress, quindi il Burnout .
Si tratta di allenarsi per sviluppare la pratica della meditazione, come capacità di osservare il proprio comportamento relazionale e imparare ad esercitare la migliore comunicazione possibile, accogliendo quello che accade senza sviluppare reattività dannosa alla salute, quanto piuttosto distacco e lucidità per poter agire in un secondo momento al cambiamento di ciò che potrebbe essere migliorato.
Nella mia vita ho avuto l’opportunità di studiare, praticare e focalizzare per anni gruppi di Meditazione Creativa, dopo un lungo training in Psicosintesi. E oggi sto facendo l’esperienza della Mindfulness, grazie all’amica Letizia Ferrante che con Laura Bongiorno e Giusy Morabito, tre psicoterapeute che costituiscono un triangolo fondante l’associazione “Mindful Sicilia” per la diffusione di una pratica di consapevolezza che dovrebbe riguardare ciascun essere umano sulla via dell’evoluzione.
Il suo protocollo è accessibile a tutti ma ancora poco diffuso rispetto a quanto dovrebbe.
Basterebbe pensare a quello che accade negli uffici pubblici con dipendenti sche combattono quotidianamente con sistemi burocratici che complicano la vita loro e degli utenti, generando stanchezza e frustrazione. E quel che è peggio, gli ospedali, luoghi che devono riportare in salute, sono, per i loro operatori, i più a rischio di burnout.
Uno dei parametri che fa riflettere sulla necessità di considerare corpo e mente come un unico insieme è la lunghezza dei nostri cromosomi che può essere influenzata e ridotta da esaurimento e stress.
Lo spiegò bene nel 2011 uno studio realizzato dall’Università di San Francisco che vide insieme scienza e tradizione, l’avallo del Dalai Lama e di Elisabeth Blackburn, premio Nobel per la medicina nel 2009 per i suoi studi sui telomeri, i cappucci di materiale genetico posti in cima ai cromosomi la cui lunghezza è collegata all’invecchiamento.
E a proposito del Burnout ospedaliero,
uno studio del 2017 ha valutato gli effetti di 12 settimane di programma ‘Heartfulness Meditation’ (consapevolezza del Cuore) sul burnout, benessere emotivo e la lunghezza dei telomeri negli operatori sanitari di un grande ospedale.
I risultati indicavano che la meditazione offre un metodo accessibile ed efficace con cui può essere migliorato il burnout medico e infermieristico e il benessere in generale. E soprattutto la presenza di Telomerasi salivare, indice di ricostruzione dei Telomeri, aumentava sino al 30% in chi si fermava a meditare nel corso della giornata.
Insomma la consapevolezza e tutte le forme di Meditazione richiedono una presa di coscienza, un atto di Volontà individuale che permetta di stabilire nuove priorità nella propria vita. Priorità che tengano conto della nostra Salute e della qualità del nostro vivere.