La Salute nel giardino di casa

Faccio due chiacchiere sull’alimentazione con una collega indiana, sono a Kalimpong nel west Bengala in India, in un grazioso cottage dove Aparna, specialista in Dermatologia, vive con il marito e i suoi due figli. Fuori un bellissimo giardino e un grazioso orto, dove sono raccolte in pochi metri quadri gran parte delle più importanti piante medicinali di quest’area. Arpana ha un debole per la Fitoterapia e la Nutrizione. In pratica è una mia omologa indiana. Il feeling tra noi è forte: la pensiamo alla stessa maniera, curiamo alla stessa maniera. Ha a cuore la salute dei più poveri e da anni porta avanti una campagna di informazione per aiutare la gente a riconoscere le piante e a utilizzarle per mantenersi in buona salute. A Calcutta, dove ha lavorato fino a qualche anno fa, mi racconta che la popolazione sta cominciando ad essere intollerante, soprattutto ai grassi e agli zuccheri, che con il benessere economico, hanno cambiato le abitudini alimentari, procurando problemi di sindrome metabolica, come il diabete – incredibile ma non troppo – molto frequente in India.

Kalimpong K3
Kalimpong K3

Un tempo, mi dice, sua madre cucinava variando molto gli alimenti, e per certi piatti usava l’olio di sesamo, per certi altri l’olio di girasole, per certi ancora quello di cocco, e non c’erano mai problemi. Adesso le classi abbienti cercano l’olio di oliva e hanno dimenticato le più semplici tradizioni. Che dire ? Tutto il mondo è paese. Le racconto che anche noi dopo il boom abbiamo scoperto merendine e patatine, e che dopo quarant’anni di diete disastrose stiamo riscoprendo la cucina dei nonni. Lei ride e mi offre una tazza di buon tè. Mi invita a visitare il suo orto aromatico. Qui i profumi sono più intensi, l’aria più tersa a quasi 1800 metri, di fronte al K3, 8300 metri di vetta del massiccio Himalayano. La Montagna sacra ci sorride svelandosi completamente, è un’occasione rara, e penso che sia contenta di vederci parlare così animatamente della necessità di divulgare il più possibile i benefici della Fitoterapia, misconosciuta in India perché roba, paradossalmente, troppo accessibile e quindi non preziosa. Dal 1976 l’OMS ha avviato un programma per la preservazione e rivalorizzazione del patrimonio culturale legato all’utilizzo di piante medicinali e rimedi naturali nei luoghi d’origine per le comunità locali.
I vantaggi sono aumentare l’attenzione alla Salute e all’ecosistema, ridurre la spesa pubblica sanitaria, ma soprattutto, migliorare la qualità della Vita (meno inquinamento da produzione di sostanze chimiche, meno effetti collaterali sugli esseri umani e sull’ambiente).
Qui in India c’è una delle più antiche tradizioni mediche, l’Ayurveda, che fa parte di questo grande patrimonio e che attinge prevalentemente al regno vegetale.
Senza nulla levare ai risultati e alle conquiste straordinarie della medicina contemporanea fatta di farmaci salvavita, microchirurgia, diagnostica sempre più raffinata, c’è tutta una parte dell’arte medica che deve occuparsi del Benessere dell’individuo, azione che è vera prevenzione.
Ebbene Aparna ha seguito una serie di microprogetti collegati a questo programma in India, in particolare nelle Comunità ai piedi dell’Himalaya. Ma c’è ancora tanto da fare: parliamo delle scuole, di educare i bambini a questa cultura, di aiutare le donne a trovare la salute nei loro orti, di permettere a quelli che abitano nei villaggi ( e che spesso non hanno mezzi per andare nel più vicino ospedale che si trova a 3-5 ore di jeep) di avere la possibilità di autogestire la propria salute, proprio a cominciare dall’alimentazione, più semplice, più naturale, più sana. Sorseggio il tè e penso che come In India anche in Italia c’è bisogno di rieducare le persone alla Salute.
Come dicevano i nostri nonni: Tutto il mondo è paese.

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