La dieta del Mahatma

Mahatma Gandhi: il digiuno
Mahatma Gandhi: il digiuno
In un libretto di qualche anno fa scritto da un counselor tedesco Jorg Zittlau e intitolato “Gandhi per i manager”, ho letto alcune note interessanti sulla “dieta del Mahatma” che vi riporto in questa sede.
Essendo noto per i suoi lunghi ed estenuanti digiuni, direte che la dieta del Mahatma era decisamente legata al non rapporto con il cibo. E invece, considerato che Gandhi dedicò particolare attenzione alla salute, studiando le terapie naturali e cercando riscontri che ne avvalorassero l’efficacia, dalle sue parole leggiamo l’invito ad una sempre maggiore consapevolezza dell’uso del cibo.

Il digiuno come scelta, sotto controllo medico, come atto politico, fu molto praticato dal leader indiano (ben 17 volte). Ma Egli lo promuoveva come mezzo di purificazione e libera rinuncia, non come patimento della fame, tanto che le sue manifestazioni in tal senso furono sempre accompagnate da grande dignità. Il padre della “non violenza” naturalmente promuoveva il vegetarianesimo, ma non solo. Egli considerava importante la capacità di gestire un sano autocontrollo nei confronti del cibo, che andava considerato “come un medicinale per il benessere del corpo”. “Come mangiamo esprime la nostra indole”, soleva dire, e perché, allora, una persona incontenibile, che a tavola non conosce misura e assume più calorie del necessario, non dovrebbe essere avida e senza freni anche in altri settori della vita ? Invitava dunque alla moderazione, vista come capacità di controllo degli istinti più animali. Lo stesso per l’eccesso di spezie, così comune in India. L’invito era quello di affinare la sensibilità e abituarsi ad un uso sempre più misurato degli stimoli del palato, per poter godere anche di un bicchier d’acqua riconoscendone il sapore. Insomma ciò che siamo a tavola, siamo nella vita. Un tempo lo si diceva solo per questioni di etichetta, oggi possiamo osservare ciò che più ci ispira e cominciare a riflettere su quali sono le tendenze del nostro organismo e quali atteggiamenti potremmo correggere anche nella nostra psiche, proprio a cominciare dal cibo che scegliamo di mangiare, dai suoi condimenti e dalla quantità che assumiamo. E mai come in questo caso l’invito è osservate, gente e meditate.
E poi, se vi è rimasta ancora fame, mangiate.

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