Il Naturopata, una nuova figura professionale, ponte tra Umanità e Regni di Natura.
Il 29 settembre conferenza al Biò di Catania.
Arriva l’Autunno, una stagione alla quale sono molto affezionata. Non solo perché ci sono nata, ma soprattutto perché mi ha sempre dato ritmo, con la ripresa dell’attività e la sua quiete climatica dopo la calura estiva. Le prime piogge, i primi freddi per un sistema nervoso come il mio, che mal sopporta il caldo, sono un toccasana. L’autunno sul fronte alimentare è una stagione di passaggio che prepara all’assunzione di nuove sostanze in vista del freddo che verrà. Quand’ero piccola, era la prima stagione dell’anno ad essere studiata a scuola, ed uno dei miei compiti preferiti alle elementari, era andare nei boschi di castagni a raccogliere foglie e frutti per le composizioni da presentare a scuola. I colori del bosco autunnale sono fantastici e credo abbiano condizionato la mia preferenza per i colori caldi.
I suggerimenti di questo professionista servono a creare la sintonia dell’individuo con i ritmi della Natura e delle stagioni per rafforzare il sistema immunitario, mantenere un buon tono generale e mangiare meglio.
Al centro dell’intervento naturopatico c’è dunque il benessere della persona, ovvero lo stato di equilibrio dinamico che risulta dall’armonizzazione delle sue forze fisiche e psichiche.
Diciamolo abbiamo bisogno nella nostra società di una figura cosi. Sarebbe utile, anche in un’ottica di collaborazione con la classe medica E’ necessario, se vogliamo lavorare seriamente sulla prevenzione, agevolare una cultura dell’individuo come parte dell’ecosistema. Il naturopata è proprio quel consulente che ci rimette in contatto con i nostri cicli biologici nel rispetto dei ritmi e delle fasi della vita. Non interviene sulla patologia conclamata, sullo stato acuto, bensì mira a correggere cattive abitudini di vita, per permettere all’individuo di ristabilire un contatto con il corpo e con le sue esigenze prioritarie.
Per questo è necessario formare una nuova classe di professionisti che possano che possano educare alla salute.
Oggi abbiamo una classe medica sovraccarica, incapace di educare e fare vera azione di prevenzione. Aiutiamo allora i medici a riscoprirsi naturopati. Molti di loro hanno frequentato e frequentano corsi per poter offrire ai pazienti delle alternative terapeutiche ai farmaci chimici. Aiutiamo le case farmaceutiche a riconvertire i loro sforzi di ricerca e produzione, a favore di prodotti alimentari biologici, integratori a base di piante e sostanze naturali non frutto di molecole sintetiche. Lasciamo che la farmacologia industriale continui a produrre quei farmaci salvavita, ai quali tutti riconosciamo il grande valore che hanno, e rieduchiamoci a pensare di poter affrontare le nostre piccole magagne di salute con l’efficienza del nostro sistema immunitario, senza mortificarlo con manovre che spesso infliggono all’organismo complicazioni su complicazioni.
La Naturopatia ci insegna che le molecole naturali hanno maggiore efficacia perché parlano lo stesso linguaggio del nostro corpo. Persino la vitamina C di una sola arancia in inverno ha un potere d’azione superiore ad un grammo di vitamina C sintetica assunta per un periodo di tempo più lungo.
L’Europa riconosce l’esercizio della Naturopatia, regolamentando la preparazione di queste figure e l’iscrizione all’Albo, e, ad esempio, i cittadini di Francia, Germania, Gran Bretagna sanno a chi rivolgersi quando vogliono prevenire e affrontare periodi di stress fisico o psichico.
Un cittadino più consapevole e responsabile della sua salute è un cittadino più responsabile del proprio territorio.
Auspichiamo dunque una collaborazione utile dove gli stessi medici possano offrire un contributo alla formazione dei futuri naturopati per la parte che loro compete, come in effetti oggi avviene nelle scuole accreditate, dove medici che hanno sviluppato questa sensibilità, arricchendo così la loro formazione di base, oggi sono anche naturopati e insegnano, per diffondere una cultura naturale che può salvaguardare la nostra salute.