Il Cibo che vorrei, confessioni di un’ idealista-pragmatica.

Le vacanze a volte fanno uno strano effetto. Nel vuoto si essenzializza il senso di tutto: il lavoro, le amicizie, le cose. Troppo spazio a volte può far paura, specie a persone che hanno ritmi di vita frenetici e che quindi continuano ad identificarsi in quello che fanno o producono. Quando questo viene meno, è panico.
Io sto imparando, dopo aver superato questa fase, a utilizzare lo spazio per immaginare il futuro, per costruirlo prima sul piano mentale e poi sul piano materiale, dell’azione fisica. E mi rendo conto che, soprattutto di questi tempi, non ci si può proprio concedere di fare la parte delle vittime, o lasciarsi deprimere dall’andazzo generale. Perché non aiuta nessuno, men che meno noi. Allora facciamo un gioco, il gioco dei desideri.
cibo e immaginazioneImmaginiamo di avere il potere di creare quello che vogliamo. Ricordate la matita magica delle fiabe, che sul foglio dava vita a ciò che disegnava? Ecco, lasciamo che la nostra immaginazione, il nostro pensiero, sia come quella matita, cominciamo a tratteggiare noi stessi, come ci vediamo tra qualche tempo, settimane o mesi, come vediamo il contesto in cui viviamo. Se abbiamo qualche problema reale, immaginiamo una soluzione e diamo attenzione ad essa, cerchiamo di portare il nostro pensiero ad aspetti di Bellezza, a quei particolari che ci fanno ringraziare d’essere nati (li riconosciamo perché al solo pensiero di perderli ci sentiamo sgomenti). Questo è un piccolo, piccolissimo atto di Fiducia verso il futuro. Uso questa strategia anche per il cibo, perché non manchi mai a nessuno. Qualche giorno fa, mentre mi stavo recando a pranzare da mia madre ho visto un giovane extracomunitario con un sacchetto in mano, sbirciare nel cassonetto dei rifiuti. Non so cosa cercasse, ma mi ha fatto tornare in mente un ricordo di 40 anni fa. Avevo visto in Ungheria, al centro di Budapest, un distinto signore anziano fare la stessa cosa nei pressi di un ristorante dove il cuoco aveva buttato via i resti dei pasti della giornata. Ecco, nel mondo che vorrei, mi piacerebbe che l’energia fosse riconosciuta a disposizione di tutti, che tutti possano garantirsi il necessario a star bene e ad esprimere sé stessi. Il Cibo che vorrei potrebbe essere in realtà molto minore nella forma che conosciamo ma il nutrimento potrebbe essere molto maggiore per tutti, se solo riscoprissimo le fonti di energia alle quali tutti possiamo attingere per stare meglio.
Questo è il mio desiderio e so che fra non molto, se continuerò a pensarlo, si avvererà.

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