Cipolle a Colazione e Sindrome metabolica

In questo periodo continuo a vedere pazienti affetti da Sindrome metabolica, quella forma di alterazione caratterizzata da concentrazione di adipe nell’addome che tanto fa disperare uomini e donne di mezza età. Ma non solo. Questa sindrome ha cominciato a interessare anche i giovani, dando loro la conformazione dei Buddha cinesi della Felicità, simbolo potentissimo e benaugurale, ma difficile da accettare per chi lo incarna letteralmente.images

Cosa si fa quando il metabolismo degli zuccheri si è alterato ? Sulla base dell’alimentazione i nutrizionisti, medici e biologi, cercano di correggere la relazione con i Carboidrati, che danno zuccheri che inducono il pancreas a rilasciare insulina con frequenza superiore alla norma(vedi iperinsulinismo).  Ci sono terapie alimentari che seguendo il ritmo circadiano dell’individuo prescrivono spaghetti a colazione, e monopiatti proteici agli altri pasti. Per non parlare delle Cipolle da consumare appena svegli. Ora Quercitina antitumorale a parte vi sembra paradossale ? Eppure non lo è, almeno per gli studi di biochimica che sostengono  la validità scientifica di queste diete basate sul famigerato indice glicemico degli alimenti, ovvero la capacità del cibo di far innalzare più o meno rapidamente il tasso degli zuccheri nel sangue, a seconda che si immettano molecole complesse e quindi a più lento rilascio o semplici e quindi a più rapido assorbimento. Tutti sappiamo che lo zucchero bianco si assume solo in situazioni di immediato bisogno di glucidi e che occorre altrimenti preferirgli la frutta, che la pasta ha un indice glicemico inferiore a quello del pane, il problema è :quanto è necessario snaturare la propria cultura alimentare e quanto invece non lo è ? Si può rieducare il proprio metabolismo ? Si può sostenere un ritmo alimentare che altera la nostra percezione, anche sociale, rispetto al cibo, riducendoci a macchine che si nutrono di molecole e che devono dipendere da complesse formulazioni chimiche ?  Eppure quella forma che turba l’equilibrio della salute e dell’ estetica personale, esiste e va curata. La questione va affrontata con attenzione e con molta pazienza, affidandosi a specialisti che non siano solo bravi biochimici ma che considerino tutte le implicazioni che hanno portato l’individuo a questa sindrome e che stabiliscano un rapporto che rieduchi il paziente, aiutandolo ad assumere nuove buone abitudini che lo conducano laddove ha deciso di andare.


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