Benedire il pasto

In tutte le culture, da sempre, la Benedizione del pasto è un rituale presente e trasmesso di generazione in generazione. Anche nella nostra società fino ad una ventina d’anni fa c’era ancora qualcuno che si sedeva a tavola e ad alta voce chiedeva la benedizione sul pasto, frutto del lavoro quotidiano.

Evert Pieters - A Dutch Interior - Grace Before the Meal
Evert Pieters - A Dutch Interior - Grace Before the Meal
Erano persone d’estrazione rurale, spesso anziani che ancora credevano nel valore del ringraziamento per qualcosa, come il “pasto quotidiano”, che occorre non dare mai per scontato. Questa saggezza era data dal senso profondo di umiltà di cui ancora questi individui erano portatori. Oggi non è più così. Dagli anni 60 in poi, non si è più ringraziato. L’abitudine, perché tale era diventata, della preghiera al pasto, è stata soppressa in nome della fretta e poi della voracità che è andata sempre più crescendo. Così il pasto ha perso il suo valore di rituale, si è sempre più consumato in piedi e rapidamente, per precipitare nella creazione della cultura del “fast food”, impoverimento di tutto il messaggio che il cibo può passare. E senza questo messaggio il cibo non sazia più, diventa zavorra, non viene più adeguatamente assimilato e comincia la lotta senza tregua con i chili. Nel benedire e ringraziare torniamo per un momento in noi stessi, nel contatto con quello che realmente siamo, e creiamo una relazione anche con l’essenza del cibo, di quello che rappresenta e di ciò in cui si trasformerà. L’alchimia della “buona digestione” comincia da qui.

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