Come un mantra in questi anni questa frase la ripeto ai miei pazienti più smaliziati, a quelli che vogliono mantenersi in salute, a quelli che hanno capito che la qualità del cibo si trasforma nella qualità dei componenti strutturali del loro corpo che condizioneranno la loro salute fisica, il loro umore, il loro equilibrio in generale.
Qualche settimana fa un’amica contestava il costo dei cibi biologici che possono, se confrontati alla grande distribuzione dei prodotti alimentari industriali in promozione, avere un buon 30% di sovrapprezzo.
Il biologico costa è vero, soprattutto perché produrre senza “approfittare” del supporto offerto dall’industria chimica ti porta a ridurre notevolmente la quantità del prodotto a favore ovviamente della qualità.
E non bisogna essere dei palati cosi raffinati per accorgersene:
lo sentiamo tutti se un broccolo è dolce o plasticoso, se ti sembra finto o ha un sapore autentico.
Inutile dire che la qualità nutre meglio e dà energia, a fronte di una quantità di un cibo che invece dà soprattutto massa e viene smaltito con difficoltà perché il carico tossico rappresentato dalla quantità di pesticidi, di cui a sua volta è stato nutrito, alimenta l’infiammazione dei tessuti, in particolare dell’intestino. Questo comporta problematiche di assimilazione e quindi ci rende incapaci di avere difese immunitarie adeguate e una buona produzione di neurotrasmettitori sostanze che regolano la comunicazione tra i sistemi del corpo e quindi l’equilibrio della sua salute in generale.
Ciò detto ecco le mie regole relative alla spesa e ai costi.
La mia alimentazione ideale è fatta di cereali integrali, legumi, verdura, frutta fresca e secca, pesce. Le quantità vengono moderate una volta superata l’età della formazione della struttura psico-fisica ( intendo fino ai 21-28 anni circa)
Non dobbiamo più crescere in altezza o in larghezza, ma dobbiamo assicurarci una buona energia, una buona funzionalità organica, e nutrienti per la ristrutturazione ciclica dei nostri tessuti organici.
Perciò se mastichiamo a lungo, mangiamo lentamente, ci ritroveremo a mangiare molto meno e a sentirci sazi ed energetici al contempo.
Avendo cura di non riempire troppo il frigorifero e la dispensa, garantendoci quegli alimenti che ci servono e vengono acquistati quasi giornalmente la spesa si fa veramente molto più essenziale ed economica, col vantaggio che non si butta più nulla e non si acquistano cose superflue.
Se proviamo ad alimentarci in questo modo diventa tutto più economico, se ci orientiamo alla qualità, cambiamo la concezione della spesa e conserviamo la salute, risparmiando in medicine. Non a caso nella civiltà contadina i cosiddetti cibi poveri erano anche i più nutrienti e oggi sono stati rivalutati. Nella nostra cultura la dieta mediterranea è stata sempre composta da questa tipologia di alimenti.
E considerato che la dieta Mediterranea è diventata patrimonio dell’Umanità ed è considerata il Gold standard della Salute umana, possiamo dire di essere sulla strada giusta.
Lo stanno comprendendo i “reducetariani” coloro che magari non ancora pronti a passare al vegetarianesimo hanno cominciato a ridurre l’apporto di carne.
Perciò avviamo una nuova cultura dell’Economia della Salute e cominciamo a mangiare meglio, e allora, forse, la qualità entrerà anche in altri aspetti della nostra vita.