Ebbene nonostante ormai sia un dato acquisito dall’opinione pubblica internazionale che le proteine animali vanno ridimensionate se non addirittura eliminate, una certa visione culturale che risale in effetti a qualche decina di anni fa, periste ancora. Sei anemico ? Mangia la carne rossa! Certo se alla stessa persona si suggerisse l’integrazione di verdure fresche a foglia verde, si scoprirebbe forse che è la carenza di acido folico dalla dieta, e non quella di vit. B12, (che oltre tutto è contenuto anche nelle uova, nel pesce e nei formaggi e che per dare problemi devono passare almeno vent’anni dall’ultima volta che si è assunta la carne), la causa dell’anemia. Ecco uno solo degli esempi. Il Cibo amico ha sempre un atteggiamento tollerante, ma la tolleranza non è ignoranza, e quindi non possiamo ignorare quello che ricercatori di frontiera, prima, e poi super ricerche ultra riconosciute, dopo, hanno sempre sostenuto. Le proteine animali, e tra queste la caseina contenuta in latte e latticini, sono le sostanze predisponenti all’abbassamento di difese immunitarie e quindi all’insorgenza di malattie degenerative e disorganizzate come il carcinoma.
Ora, non mi stancherò di ripeterlo (ma forse sono un po’ monotona ?) non è il panino con il formaggio, o la burrata di Andria quella volta la settimana o ogni 15 giorni, ad essere messi sotto accusa. E’ la consuetudine, è l’abitudine quotidiana, data dall’indolenza, dall’inerzia che ci prende quando dobbiamo pensare ANCHE a quello che dobbiamo mangiare. “La vita è già così complicata!” Grida una parte del mio cervello, mentre l’altra cerca di trovare l’energia giusta per attivare la strategia più efficace che induca mio figlio a preferire la frutta al consueto toast della ricreazione a scuola. Come fare a non diventare integralisti e a non generare le resistenze passive e massacranti che per reazione i nostri cari mettono in atto? Io non ho una ricetta per questo, so solo che combatto, non cala mai la vigilanza su questo tema e cerco di arginare, con varianti creative, tanti elementi devitalizzanti (dall’alimentazione ripetitiva proteica ai campi elettromagnetici di TV e PC) inducendo a nuove esperienze e inserendo altre attività. Ci provo. Ma non è facile, l’inerzia è difficile da combattere e quando la vedi intorno a te, così sottile e pervasiva, ti viene voglia di urlare e di svegliare le persone. Poi ti accorgi che non sarà così che ti farai sentire o indurrai nell’altro una riflessione. Accettare che sia un percorso di consapevolezza ti sembra quasi impossibile, eppure, accettare e lasciare che sia la testimonianza a parlare, resta la soluzione migliore. E allora se siete impegnati in questa lotta, spargete coerenza senza parlare. Svuotate i frigoriferi e le dispense di merendine e prodotti industriali e dedicatevi all’arte della gastronomia. Insegnate ai vostri figli a cucinare, e se non lo sapete fare, imparate con loro, è ancora più divertente, e le soddisfazioni a tavola non mancheranno più.
E il pasto sarà finalmente un incontro e non una lotta.