La sicurezza del Cibo

Nei giorni di festa il nostro sistema neuro-vegetativo, la parte materia delle emozioni, è stato scosso da ritmi inconsuenti dati da impegni più serrati e da alimenti inusuali per il nostro abituale modo d’essere. Ma niente di male, il periodo è breve e si torna presto al brodino serale, se è questa la nostra ambizione. Ma proprio durante le feste mi sono accorta di una reazione automatica che fa parte della natura animale dell’essere umano. Come qualcuno saprà, visto che ne ho già parlato, da un anno a casa mia c’è un coniglietto bianco, che ci insegna come rapportarci al mondo animale, noi cittadini urbani alienati e desensibilizzati alla presenza di questo regno. Harry , questo è il suo nome, una domenica mattina ha subito, come noi, una salve di colpi che annunciavano una festa di quartiere. Gli avevo appena riempito la tasca della gabbietta di paglia e lui si stava dedicando alla sua recente passione, il calcio (mio figlio che è un accanito fan di questa disciplina, gli ha insegnato a muovere la palla, inseguendola e allontanandola da sé). Quando i botti sono cominciati lui non ha avuto dubbi, è entrato in gabbia e ha cominciato a mangiare. Non si è mosso per tutto il tempo concentrato in quest’azione per lui, evidentemente, rassicurante. Dovete considerare che i conigli rappresentano ciò che per l’essere umano è l’emozione della paura. “Fifone come un coniglio” si dice. Quando, fino a qualche tempo fa, arrivava alle sue orecchie un rumore sospetto, scappava, mettendosi al riparo in uno dei suoi rifugi. Oggi ha imparato che il cibo rappresenta una sicurezza. Se può, indisturbato, nutrirsi, fuori si può scatenare l’inferno, ma lui si sentirà comunque al sicuro. Questa osservazione mi ha fatto riflettere sulla scarsa lungimiranza che come esseri umani mossi da questo riflesso animale, spesso esercitiamo sulle nostre scelte. La cecità che ha spesso contraddistinto le azioni umane, è derivata dal fatto di guardare solo al proprio fieno nella mangiatoia, senza alzare lo sguardo al futuro. Avere cibo ci fa quest’effetto : ci dà sicurezza. Bene allora, qualcuno dirà, ma a volte può essere utile guardare oltre la propria mangiatoia e verificare come fare a collaborare per riempire a sufficienza le mangiatoie dei propri simili, considerato che anche la nostra viene riempita dalla collaborazione di altri esseri umani che ci danno lavoro, che ci aiutano a soddisfare le nostre esigenze, perché essere parte di un sistema unico di fatto comporta questa interdipendenza.
La metafora dei botti e della mangiatoia nasce dal fatto che come esseri umani siamo chiamati a occuparci di tutto ciò che avviene su questo Pianeta e a non fare orecchio da mercante.
Rivolta in Tunisia per il paneCibo e Politica potremmo chiamare questa riflessione, pensando a ciò che sta avvenendo in Tunisia, alle rivolte contro il caro-vita, che, sembra assurdo possano ancora esistere in un’ epoca dove la Fao da decenni ha individuato progetti chiari e semplici per nutrire tutto il Pianeta. Occorre una gestione internazionale economica più illuminata, che prenda le mosse da un’opinione pubblica sensibile e attenta, consapevole del fatto che si può abbandonare il superfluo e andare verso l’essenza. Per molti saggi questa è la ricetta della Felicità. Di questa opinione pubblica potrebbero far parte talenti del mondo dello spettacolo o dello sport, normalmente riconosciuti attraverso grandi elargizioni di denaro, a volte pubblico. E’ giusto che il talento venga premiato (non è da tutti) ma che esempio di grande saggezza sarebbe, da parte di questi beniamini del pubblico, la creazione di una grande fondazione internazionale che superi la visione della “mangiatoia individuale”. Utopistico direte ? No, drammaticamente realistico, occorre un’inversione forte di tendenza e chi è più in vista ha più responsabilità e quindi più possibilità. Non si tratta di beneficenza o volontariato, si tratta di Servizio, una predisposizione della coscienza etica, che lavora al Bene maggiore per il maggior numero di persone.
E’ un mio sogno e non volevo coinvolgere voi e il povero coniglietto Harry in un pistolotto politico, perciò per alleggerire la tematica, prossimamente vi racconterò di una mucchina sufi che dimagriva e ingrassava. Un’altra metafora per un’altra storia.

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