Quando voglio alleggerirmi un po’ dopo un periodo trascorso avendo combinato insieme alimenti diversi, mi dedico alla pratica del “pasto semplice”. E’ la pratica più facile che ho sperimentato fino ad oggi per riuscire a disintossicarmi e a dare al mio corpo un richiamo alla “regola” alimentare.
L’essenzialità del pasto è data dalla scelta di assumere poche qualità di cibi insieme. Una pietanza a pranzo con un contorno, nella quantità che mi sembra più adatta, senza troppe manipolazioni, e la stessa cosa a cena. Seguo le combinazioni che più mi ispirano e sento che così il corpo semplifica il suo impegno metabolico e, alleggerendo lo sforzo, traduce più rapidamente in energia ciò che assumo, senza zavorre e pesi.
Pertanto sono giunta alla consapevolezza che, per vivere, il corpo ha bisogno di alimentarsi dell’essenziale, che il cibo, come lo intendiamo abitualmente sotto forma di alimenti, è solo un aspetto di questo processo nutrizionale, e che più essenziali siamo più energia ricaviamo e meno problemi creiamo alla “meccanica” organica.
Questo discorso si fa ancora più valido con l’avanzare dell’età, quando è necessario introdurre solo ciò che basta ai processi di ristrutturazione cellulare, senza aggravare gli organi di un inutile lavorio metabolico che rischia di intasare e indebolire piuttosto che garantire salute.
Certo meno cibo = meno malattie = meno consumo di farmaci = più risorse a disposizione per altro.
Chissà se nella nostra società ex-opulenta questo tema comincerà ad essere compreso ?