Grazie alla trasmissione di Fazio e Saviano su La7, ho scoperto l’esistenza dei LaoGai (per saperne di più andate su laogai.it) i lager del terzo millennio, istituiti da Mao negli anni 50, voluti dal Comunismo prima, dal Consumismo poi, degenerati dalla crudeltà che, ahinoi, come esseri umani degenerati ci può appartenere. LaogaiE, nonostante tutti i crolli di tute le ideologie, sono ancora lì, retti dalla logica della tirannia e del puro profitto. E ci sono esseri umani come noi, come i nostri padri e i nostri mariti e i nostri figli e le nostre figlie e le nostre mogli e le nostre madri, che hanno solo osato alzare la testa ed esprimere una battuta di dissenso, e sono finiti per decenni in una prigione di lavoro e sangue, annientamento e dolore, una prigione a forma di industria per produrre a costo sotto-zero tutti quei prodotti, dai giocattolini alle magliette, alle contraffazioni, che troviamo al mercato e che portano l’etichetta made in China. Questi prodotti, che hanno invaso il Pianeta per colmare i fittizi bisogni consumistici degli occidentali, sono intrisi della sofferenza di individui, costretti a rinunciare alla loro identità, a nutrirsi di mangime scadente per animali, e a lavorare 18 ore al giorno in regime di schiavitù. Adesso per vederla nell’ottica proattiva del Cibo Amico, mi chiedo cosa posso fare come individuo singolo per bloccare questo fenomeno ? La crisi sta sensibilizzando gli animi, li rende più attenti e sempre meno indifferenti. E così diventa evidente che come singoli possiamo in primo luogo boicottare le aziende che hanno portato il loro Know How in Cina per risparmiare sulla confezione. Certo, qualcuno dirà, occorre non fare di tutta l’erba un fascio, occorre verificare quali aziende stanno attente alla qualità del rispetto della condizione dei lavoratori che vengono impiegati nelle industrie che preparano questi prodotti. Consumo critico si chiamava una volta. Questo consumo ha bloccato negli anni l’azione meschina di aziende multinazionali alimentari come la Nestlè, che incoraggiavano, per ignoranza mista ad avidità, il consumo di latte artificiale nei paesi in via di sviluppo, generando un indebolimento del sistema immunitario dei bimbi privati del late materno. Il mondo occidentale pensa di essere libero, pensa che i regimi siano cosa da paesi sottosviluppati, e invece ha venduto la sua libertà a 4 “settori/dittatori” industriali: l’industria petrolchimica, l’industria bellica, l’industria farmaceutica e quella alimentare (ecco il cibo c’entra sempre). Provare a fare a meno dei loro derivati richiederà una vera e propria rivoluzione culturale e civile. La crisi l’ha già messa in moto da circa un quinquennio (anche se noi cominciamo a vederne gli effetti solo ora). Adesso il compito è attutire l’impatto ed educarci ad una nuova autonomia da questi tiranni.