E’ sempre mia figlia la mia grande suggeritrice: a un certo punto a tavola oggi ha cominciato a interrogare il fratello quindicenne sui suoi gusti alimentari: cosa gli sarebbe piaciuto mangiare a pranzo, a cena, quali piatti erano più desiderabili, ecc. Dopo una lunga intervista è giunta alla conclusione che ai bambini e agli adolescenti non piacciono la frutta e la verdura perché vengono proposti male. O imposta o lasciata in ombra rispetto alla priorità proteica, frutta e verdura vengono spesso neglette e il bimbo lo avverte: non sono la priorità. Quale genitore infatti lascerebbe il proprio figlio “a digiuno” con un pasto di sola verdura o frutta?

E’ giusto, ma pensiamo che un bimbo è ipersensibile a ciò che noi onestamente crediamo sia prioritario e in quello ci accontenta , si adegua pur di essere accettato. Hai voglia poi da una certa età a sbraitare sulla quantità di frutta che andrebbe mangiata, ormai l’input è dato , e l’abitudine è presa. Rieducare il palato alla frutta e alla verdura è un’impresa dai 7 anni in poi. Provate un po’ ?
C’è poi un’altra pericolosissima condizione: l’esaltazione dei sapori dei prodotti industriali. Di quello e della sovrabbondante aggiunta di zuccheri raffinati sono vittime i gusti dei nostri piccoli, ormai viziati nel palato e veramente difficili da riconvertire. E’ tutto perduto ? fortunatamente se state leggendo queste righe e siete su questo sito significa che già la vostra battaglia agli esaltatori di sapidità ( da E600 a E699, al più celebre glutammato monosodico), alle merendine industriali e ai lecca lecca colorati vi ha visti vincitori da tempo. Non foss’altro per le conseguenze nefaste sul sistema nervoso del glutammato denunciate da tempo dai pediatri di tutto il mondo. Si tratta allora di riconquistare i nostri piccoli, partendo dai colori, dalla visione del cibo, dalla preparazione fatta con amore, che come le mamme ben sanno, rende attraente ogni pietanza.
Ci vuole cura e impegno, questo è certo, ma i risultati poi daranno grande soddisfazione. Allora, buon lavoro.