Carni rosse ? No grazie !

carne-rossa-cancerogenaChi mi conosce sa che mal sopporto le statistiche. Introdotte negli anni 60 anche in Medicina, hanno finito per creare panico e pregiudizi che hanno di molto alterato la percezione del medico nei confronti di una patologia e della sua prognosi.

Ciò detto non posso sottrarmi ad un commento su questo blog all’annuncio dell’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, avallato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, sulla cancerogenicità delle carni lavorate e di quelle rosse. Qualche anno fa all’uscita del volume di Campbell, The China Study, scrissi della necessità di virare verso una riduzione drastica del consumo di carni rosse nell’alimentazione quotidiana. Da anni si sa del rapporto carne-Ca colon-retto, ma solo ora dopo una attenta review di oltre 800 studi scientificamente validati, pubblicata da Lancet Oncology,  si arriva all’annuncio, che dopo la “Mucca pazza” darà un’altra seria battuta d’arresto al fenomeno degli allevamenti intensivi, fenomeno che per la Salute globale a mio avviso è molto più grave dell’impatto che la fetta di carne o il wurstel occasionali possono  avere sulla nostra salute. Lo dico perché l’industria alimentare ha ipertrofizzato il mercato, ha alterato in nome del profitto il rapporto etico con i regni di natura e ogg,i l’accresciuta incidenza di ca intestinali, è , per dirla all’orientale, il karma che paghiamo come popolazione all’insipienza e all’avidità di pochi.

Riporto i dati di uno studio Aiom secondo il quale il 9% degli italiani nel 2010 mangiava carne rossa o insaccati tutti i giorni e il 56% 3-4 volte a settimana. Per il ministero della Salute il cancro del colon-retto, quello di cui si è trovata la maggiore associazione con il consumo di carne lavorata, è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con quasi 55mila diagnosi stimate per il 2013.

Allora ? Oggi si è smesso di considerare il Ca un problema da attribuire ad una singola causa. Il nostro sistema immunitario è potente, ma non può fronteggiare troppi stress simultaneamente. Allora sarebbe il caso di ridurre il carico degli stressors di cui almeno siamo consapevoli e provare a rivedere il nostro stile di vita (di cui l’alimentazione è una parte basilare ma non è l’unica), per renderlo più accettabile anche al nostro corpo.

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