Alcuni amici mi chiedono come affrontare il passaggio dalla primavera all’estate, soprattutto quando la forma ha risentito di precedenti accumuli. Come smaltire quei 3-4 chili di troppo? Capirete il mio imbarazzo. Sto cercando, da quando ho compreso qualcosa di più del funzionamento del corpo e dei suoi delicati equilibri ormonali, che questo è un approccio che il corpo non gradisce affatto. E’ una visione che potremmo definire consumistica.
L’importante è saperlo e mettere in moto strategie che nel tempo evitino di sfibrare il corpo in estenuanti altalene di peso. E’ pur vero che un margine di un paio di chili è fisiologico, specie nelle donne ancora in età fertile, nelle quali il ciclo induce alternanze ormonali che provocano fenomeni di ritenzione idrica. Inoltre dovremmo cominciare a osservare il bilancio energetico, la qualità dei cibi, la quantità di dispendio energetico e la tipologia dell’attività fisica (se continua e ripetitiva come fare certe faccende domestiche o stare semplicemente in piedi, o creativa e varia come ballare o camminare).
E poi da una certa età in poi sarebbe più utile scegliere quella gamma di cibi che vogliamo siano sempre presenti nella nostra alimentazione, alternandoli, preparandoli con un po’ di estro e grazia. Anche se siete uomini e single (ma si sa che siete i più bravi in cucina) fate che il vostro pasto, seppur semplice sia sempre servito da re, abbia la dignità nutritiva e di gusto di quella di un desco regale. Mangiare semplice e genuino non sarà mai sinonimo di pasti sciatti e insipidi. Perciò quando qualche amico provocatoriamente mi sciorina il detto “mangiare come un malato per morire sano”, io sorrido, ma mi dispiaccio pensando a quante buone opportunità di scoprire il gusto del buono tanti perdono per seguire i luoghi comuni, che ti inducono a credere che sia buono solo ciò che è preparato con esaltatori di sapore ed eccesso di raffinazione.
Mio figlio a 16 anni, è andato a studiare all’estero per un anno ed è tornato con 10 chili di troppo, distribuiti in maniera uniforme, ma che da due mesi non riesce a smaltire. Come mai ? che succede ? Può spiegarci perché ?
Grazie
Cara signora Chiara,
suo figlio è stato affetto dalla Sindrome del Profugo, è stata chiamata così la tendenza a proteggersi in un ambiente nuovo, diverso, accumulando uno spessore difensivo, spesso distribuito in maniera omogenea in tutto il corpo. Stia serena, non mettete questo tema al centro della vostra relazione affettiva. Gli suggerisca di aumentare l’attività fisica, soprattutto al mare, e definisca con il suo medico un’ alimentazione completa che garantisca l’apporto più equilibrato e non gli faccia sentire casa come nemica, perché adesso che è tornato deve continuare a difendersi, perché gli altri non lo accettano più. E’ frustrante per un ragazzo alterare il peso. Lo aiuti a cercare delle attività sportive che ristabiliscano un corretto rapporto con il corpo e soprattutto gli ricordi che il corpo tornerà al suo peso- forma con i suoi tempi.
Non è un palloncino e non va forzato.